28/08/2021 NutrizioneDiabeteSonia Trebaldi Come trattare il diabeteautore: Dr.ssa Trebaldi Sonia DIABETE, DAVVERO UN FULMINE A CIEL SERENO? I soggetti affetti da diabete nel mondo sono circa 370 milioni, in Italia più di 2 milioni di persone ne sono affette, metà di esse con una età media compresa tra 40-59 anni. Il 90% delle persone affette da diabete, ha diabete tipo 2. Quella del diabete è una pandemia silente e inascoltata soprattutto agli esordi. Questo è grave se pensiamo che un giovane di circa 30 con i campanellini di allarme inascoltati svilupperà diabete intorno ai 40 anni. Infatti, il diabete tipo 2 non arriva dall’oggi al domani ma si passa attraverso una fase che può durare anche 10 anni in cui si assiste ad una alterazione del metabolismo e a vari segnali di anticipazione del diabete come per esempio: - Alterata secrezione insulinica - Insulino resistenza (prediabete) - Iperglicemia - Dislipidemia - Sovrappeso soprattutto come obesità addominale - Ecc… Per molto tempo si assiste a una situazione di prediabete (glicemia a digiuno tra 110 e 125) in cui c’è una incapacità delle cellule dei tessuti di ascoltare il segnale insulinemico (resistenza insulinica), a una fase in cui si instaurerà una inadeguatezza della secrezione insulinica ed infine si manifesterà il diabete (glicemia a digiuno sopra a 125). Prima che si instauri il diabete quindi, c’è una finestra temporale di prediabete in cui è possibile ritornare indietro cioè alla tolleranza glucidica. Risulta comprensibile che quando nelle analisi compare l’asterisco affianco della glicemia > 110 mg/dl è ovvio che siamo in allarme arancione, questo lo sappiamo leggere tutti. Ma se anziché essere 110 fosse 98 per me non cambierebbe nulla anzi, considero zona arancione la soglia di 95 mg/dl perché è importante ragionare in termini di prevenzione. Sempre in un’ottica di prevenzione, il pre diabete di solito si accompagna all’ipercolesterolemia, alla ipertrigliceridemia e alla iperuricemia che quindi andranno valutate. Da non trascurare neanche la circonferenza addominale che se superiore a 94 cm nell’uomo e 80 cm nella donna si è soggetti ad un aumentato rischio di patologie metaboliche tra cui il diabete. Come tratto il prediabete? - Dieta mediterranea adattata a livello di contenuto di carboidrati e a livello di timing di assunzione degli alimenti nel pasto - Dieta chetogenica ipocalorica e iperlipidica (dieta con un bassissimo apporto di carboidrati) Questa ultima in particolare si è dimostrata efficace sia nel pre diabete che nel diabete di nuova diagnosi nel ristabilire i valori di glicemia e di emoglobina glicata. Il tipo di dieta comunque va deciso in base al paziente, al suo stile di vita e in base alle analisi perché per esempio, non sempre è possibile applicare una dieta chetogenica. Qualunque approccio si vada ad applicare deve avere un basso apporto di carboidrati. Inoltre in base alla situazione del paziente verrà valutata la scelta degli alimenti e le integrazioni opportune da fare. Dr.ssa Sonia TrebaldiCategorieFisioterapiaGinecologiaNutrizioneDiagnostica VascolareOSTEOPATIAMalattie RespiratorieMicrochirurgia della manoChirurgia Della ManoUrologiaOsteoporosiFattore di rischio tumore al senoPodologiaUltimi articoliADIPOMETRIA-STRATIGRAFIALombalgiaCERVICALGIA